Anche se i sintomi migliorano con la terapia della luce, le persone che soffrono di disturbo affettivo stagionale possono continuare a essere affette da letargia, apatia e, in generale, da condizione depressiva per molti autunni e inverni. Per un sostegno più strutturato, ecco allora che la psicoterapia per il disturbo affettivo stagionale che tende a radicarsi può rappresentare una buona scelta terapeutica. In base alla tipologia di paziente e alle sue esigenze si può scegliere la soluzione più adeguata tra i diversi approcci psicoterapici. Vediamoli insieme.
1. La terapia cognitiva
Secondo i terapeuti cognitivi la natura dei pensieri determina le emozioni che si provano. Questo tipo di psicoterapia per il disturbo affettivo stagionale punta a far migliorare l’umore della persona identificando i modelli di pensiero negativo per poi convertirli in quelli più positivi.
2. La terapia comportamentale
Così come il nome stesso suggerisce questo tipo di terapia per il disturbo affettivo stagionale mira a modificare comportamenti indesiderati incoraggiando, al contrario, comportamenti desiderati in modo che siano scoraggiati quelli che promuovono sentimenti depressivi. È un approccio terapeutico di più breve durata con un focus molto preciso. Questo tipo di terapia non ha lo scopo di risolvere problemi inconsci che possono essere all’origine della depressione e del disturbo affettivo stagionale.
3. La terapia interpersonale
Si tratta di un tipo di terapia che risulta efficace nell’affrontare l’isolamento e i conflitti sociali e relazionali che, molto spesso, sono una componente del disturbo affettivo stagionale. Si concentra sulle interazioni del paziente con la famiglia, gli amici, i colleghi di lavoro e altre persone importanti della sua vita. I suoi obiettivi principali, infatti, sono migliorare la comunicazione e l’autostima in un tempo relativamente breve (da 3 a 4 mesi).
4. La terapia psicodinamica
La psicoterapia per il disturbo affettivo stagionale di tipo psicodinamico, fra tutte quelle citate sin qui è la più complessa perché innanzitutto di norma prevede tempi terapeutici molto più lunghi stimabili anche in termini di diversi anni. Questo perché va molto in profondità partendo dal presupposto che il disturbo affettivo stagionale sia aggravato da questioni irrisolte che “abitano” l’inconscio e che possono avere le proprie radici nell’infanzia della persona che ne è affetta.